lunedì 6 settembre 2010

E poi?

Riparliamo un po' di storia?
Qui eravamo arrivati al Seicento, la moda richiedeva tessuti e merletti sempre più ricchi, sontuosi e costosi; a Venezia, oltre il Gros Point, o Punto tagliato a Fogliami, si produceva il Rosaline, delicato, con tanti piccoli fiorellini, e il Punto di Venezia, con disegni che ricordavano i coralli.


I merletti veneziani erano apprezzati e pagati molto bene in tutta Europa, si cominciava ad imitarli, soprattutto in alcune regioni della Francia, senza riuscire a riprodurne l'eleganza.

Nel 1665 Colbert, (non a caso figlio di un mercante di stoffe di Lione) allora Primo Ministro di Luigi XIV, si rese conto che l'importazione di tessuti e merletti era un peso insostenibile per l'economia francese, per cui emanò una legge che vietava l'acquisto all'estero di tali merci. Questo non significava che gli ornamenti dovevano essere banditi dall'abbigliamento e dalle case, semplicemente quelli impiegati dovevano essere prodotti in Francia.
Per migliorare la qualità dei merletti ad ago francesi chiamò (e pagò profumatamente) una trentina di merlettaie veneziane, che fece risiedere essenzialmente nelle città di Argentan e Alençon, dove dovevano insegnare la loro arte alle merlettaie autoctone. Affidò la direzione artistica di queste menifatture a famosi disegnatori, che fornirono dei modelli particolarmente eleganti, e diede inizio alla fiorente industria del merletto ad ago francese.

Venezia aveva perso il monopolio di questa fiorente industria. Si cercò di limitare il danno emanando leggi che vietavano l'espatrio delle merlettaie, con pene severissime che colpivano anche le famiglie. Provarono anche a raffinare la produzione dando origine a bellissimi pezzi di Rosaline, poi cercarono di allinearsi alla produzione francese: arricchirono i fondi, dapprima aumentando semplicemente la densità delle barrette



poi iniziando a fare delle barrette con disposizione geometrica, come si vedeva nei merletti di Argentan



A Burano si iniziò a produrre un merletto con un fondo completamente a rete, quello che ancora oggi conosciamo come merletto di Burano, che era simile a quello di Alençon, senza eguagliarne l'eleganza per quel che riguarda i disegni.



Questi nuovi merletti avevano in comune la leggerezza, e la facilità di manipolazione. La moda intanto era cambiata, aveva nuove esigenze, gli abiti erano ricchi di fiocchi e gale, che non potevano essere fatti con gli antichi pizzi rigidi come sculture, per questo i nuovi merletti erano l'ideale.

Ma le leggi di Colbert non colpirono solo i merletti. Furono vietate anche le importazioni di ricche stoffe orientali, i Damaschi, e quelle stampate che arrivavano dall'India (le indiennes, appunto). Per ovviare a queste restrizioni, nel Sud della Francia si iniziò proprio allora a produrre il famoso Boutis, in sostituzione delle indiennes, mentre i damaschi furono sostituiti con il ricamo Colbert, che prese il nome proprio dal famoso ministro.


Needlebook ricamato a Colbert

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