Ho una buona notizia: sto per finire la telenovela del Point de Gaze!
Ho l'impressione di aver perso un po' di lettori per la strada, con questi post monotematici, ma è meglio che scriva quel che ho imparato prima che me lo dimentichi, la mia memoria è piuttosto labile.
Eravamo arrivati ai motivi di abbellimento. Abbiamo imparato come si fanno le "Corone", una sorta di ciambelline imbottite grandi (si fa per dire), e i pois che si trovano nella rete, delle ciambelline molto piccole.
Ecco quelle grandi, al centro del fiore:
e quelle piccole, che si avvolgono intorno a uno spillo sottile:
Sono fatte con lo stesso principio: i fili di imbottitura sono piegati a metà, si infila l'ago col filo che li ricoprirò nel puntoin cui sono piegati, si ancora all'orditura per quelle grandi e alla rete per quelle piccole, poi si ricoprono con punto festone non molto fitto; una volta arrivati quasi alla fine del cerchio si tagliano i fili in diagonale (la parte più lunga all'esterno, naturalmente), si fanno gli ultimi punti di copertura, si unisce l'ultimo punto col primo, e si fissa il filo passando nell'imbottitura dall'esterno a lcentro e viceversa per alcune volte.
Gli ornamenti più peculiari però sono quelli chiamati "boccioli di rosa". Sulla prima foto sono quei grovigli di filo che si vedono sui raggi al centro del fiore.
In realtà sono carini, e penso che si potrebbero anche usare nel ricamo, sembrano veramente delle roselline.
Ho fatto una prova di ricamo su stoffa, con Perlè, così vediamo cosa facciamo.
Si fanno delle barrette verticali distanziate:
Si annodano con un tratto orizzontale
Questi passaggi possono essere sostituiti da delle crocette, se si vogliono roselline sparse. Non so se vadano annodate al centro, bisognerebbe provare.
Si parte da un'estremità e si risale arrotolando il filo su quello orizzontale (per comodità ho girato il lavoro), poi si passa sotto l'incrocio in questo modo:
Quindi si ruota il lavoro e si fanno tre punti festone a cavallo dell'incrocio:
Poi altri due punti festone, sempre a cavallo dell'incrocio, ma ortogonali ai precedenti, che ne vengono parzialmente ricoperti:
Alla fine, sempre in questa posizione, si fa una specie di nodo che avvolge tutti i punti festone, e li stringe un po', facendoli risaltare.
Ecco come si fa il nodo:
L'ago passa sopra il filo, sotto l'incrocio, e di nuovo sopra il filo.
Si tira con delicatezza, tenendo il nodo il più possibile attaccato alla stoffa:
Questa fase è un po' delicata, il nodo deve circondare in basso i punti festone; si tira leggermente, in modo da ottenere l'effetto "push up", ed ecco il risultato finale:
E ora veniamo ai progetti. Vorrei fare un pizzo per abbellire una maglietta-vestito davvero molt basic, ma se lavoro con i fili prescritti i casi sono due: o impiego un'eternità e faccio in tempo a consumare la maglietta, o faccio un lavoro piccolo, che potrebbe fare l'effetto cacca di piccione.
Allora ho pensato di fare un lavoro grande con filo grande.
Ho preso un disegno dal libro di Catherine Barley (spero ardentemente che non veda lo scempio!), l'ho ingrandito al 150% in modo da ottenere una larghezza di circa 20 cm, e lo lavoro con il filo da ricamo n° 25.
Per il momento sto facendo la traccia di contorno, eccola:
Questa volta ho deciso di sperimentare il metodo raccomandato dalla maestra (almeno quello!) : carta ricoperta di plastica attaccata a due strati di tela (tipo tela da lenzuola). Ho comunque perforato tutto il contorno, in modo da essere precisa quando stendo il filo, mi trovo abbastanza bene
lunedì 25 aprile 2011
lunedì 18 aprile 2011
Corso di Point de Gaze: dettagli
Non è fatta a Point de Gaze, mi pare evidente, ma è una bellissima spilla ricamata in oro che ha realizzato la mia amica Luisella, su disegno di Jenny Adin-Christie . Ho fatto il corso grazie a lei, perchè non solo me l'ha segnalato, ma mi ha trovato una sistemazione vicino a casa sua e mi ha accompagnata con la sua mega macchina. Luisella segue le lezioni della Royal School of Needlework e occasionalmente tiene degli stages di Goldwork in Italia, presso Ricamiamo Insieme . Anche lei ha seguito il corso; è stato divertente perchè con lei potevo parlare in italiano e potevamo confrontare le nostre "schifezze" senza deprimerci troppo.
Dicevamo dei dettagli sul Point de Gaze. Innanzitutto si lavora con fili molto sottili: 36/2 per il contorno iniziale, 100/3 per i riempimenti e 100/2 per la rete nel caso del nostro sampler a fiore, ma spesso anche più sottili. Si usano filati di cotone, gli stessi del tombolo: cotone egiziano o Brok. Gli aghi sono adeguati: n° 10 o 12. Sarebbero comodi degli aghi senza punta, ma non si trovano di queste grandezze, quindi si usano quelli normali, con cruna stretta.
Si lavora "in mano", senza il supporto del tombolo; per questo motivo la preparazione deve prevedere materiali morbidi, che si possano piegare facilmente nelle mani. Io avevo fatto la preparazione che uso di solito, con due cartoncini leggeri di supporto e la carta col disegno ricoperta da un film plastico trasparente azzurro. Il tutto si è rivelato piuttosto scomodo da accartocciare. Cattherine Barley consiglia di fissare la carta ricoperta da un film sottile su due strati di stoffa, poi fare i punti per fissare il contorno. Io non mi trovo bene perchè quando devo puntare l'ago dal rovescio al diritto non lo vedo, quindi buco in prossimità del contorno, ma non esattamente dove vorrei, devo ribucare diverse volte, il che rende la carta più fragile e il contorno meno preciso. Forse anche qui è questione di pratica.
Punti impiegati: le parti piene sono fatte a punto festone imbottito, come quello che abbiamo usato nel quadrettino-campione. La rete e le parti leggere sono fatte in quello che gli Inglesi chiamano Point d'Espagne, che è il Sacolà del merletto veneto: un punto festone con il filo ripassato una seconda volta sull'ago; i punti però sono distanziati, come nel Punto Ciaro. La grande difficoltà è che si fa in giri uguali di andata e ritorno, non viene teso il filo di imbottitura come nel sacolà. Questo rende il lavoro moto più instabile, ed è molto più difficile farlo regolare.
RETE
Ho provato a fare qualche foto lavorando col Perlè per far vedere l'esecuzione del punto e il modo di tenere il lavoro.
Non so se si capisce bene, ma l'ago viene tenuto tra l'indice e il medio, come si potrebbe tenere una sigaretta. Si mette il pollice alla base dell'ago per rendere più preciso il movimento. All'inizio trovavo questo sistema assurdo, ma lavorandoci un po' ci si rende conto che è ottimale per velocizzare il lavoro. Si inizia lavorando da sinistra a destra, con il filo sotto l'ago, come per un punto festone
Poi si prende il filo che sta vicino alla cruna e si passa intorno all'ago in senso antiorario, cioè sotto l'ago da destra a sinistra, poi sopra da sinistra a destra.
Si tira il filo, tenendolo dritto davanti a sè:
Ho avuto qualche difficoltà a capire come si lavora in senso contrario, cioè da destra a sinistra. Il movimento del filo attorno all'ago è identico, ma all'inizio non ci si posiziona come per il punto festone, il filo si tiene semplicemente sulla destra:
Si tira il filo
Ed ecco il punto:
Come si può vedere, in questa strana rete nei giri di andata i punti hanno tre torsioni, nei giri di ritorno solo due.
Cordoncino di finitura: non è fatto, come immaginavo, con un filo grosso, ma con una mazzetta di fili molto sottili; effettivamente ricoprono in modo più uniforme il cordoncino di base. Vengono fissati solo dal punto di contorno, che di solito è punto festone, ma può anche essere punto festone doppio, eseguito abbastanza rado, molto diverso dagli altri merletti ad ago.
Una delle caratteristiche del Point de Gaze sono gli ornamenti; al corso ci hanno insegnato le coroncine, i pois nella rete e i "boccioli di rosa". Ne parleremo per esteso un'altra volta
Dicevamo dei dettagli sul Point de Gaze. Innanzitutto si lavora con fili molto sottili: 36/2 per il contorno iniziale, 100/3 per i riempimenti e 100/2 per la rete nel caso del nostro sampler a fiore, ma spesso anche più sottili. Si usano filati di cotone, gli stessi del tombolo: cotone egiziano o Brok. Gli aghi sono adeguati: n° 10 o 12. Sarebbero comodi degli aghi senza punta, ma non si trovano di queste grandezze, quindi si usano quelli normali, con cruna stretta.
Si lavora "in mano", senza il supporto del tombolo; per questo motivo la preparazione deve prevedere materiali morbidi, che si possano piegare facilmente nelle mani. Io avevo fatto la preparazione che uso di solito, con due cartoncini leggeri di supporto e la carta col disegno ricoperta da un film plastico trasparente azzurro. Il tutto si è rivelato piuttosto scomodo da accartocciare. Cattherine Barley consiglia di fissare la carta ricoperta da un film sottile su due strati di stoffa, poi fare i punti per fissare il contorno. Io non mi trovo bene perchè quando devo puntare l'ago dal rovescio al diritto non lo vedo, quindi buco in prossimità del contorno, ma non esattamente dove vorrei, devo ribucare diverse volte, il che rende la carta più fragile e il contorno meno preciso. Forse anche qui è questione di pratica.
Punti impiegati: le parti piene sono fatte a punto festone imbottito, come quello che abbiamo usato nel quadrettino-campione. La rete e le parti leggere sono fatte in quello che gli Inglesi chiamano Point d'Espagne, che è il Sacolà del merletto veneto: un punto festone con il filo ripassato una seconda volta sull'ago; i punti però sono distanziati, come nel Punto Ciaro. La grande difficoltà è che si fa in giri uguali di andata e ritorno, non viene teso il filo di imbottitura come nel sacolà. Questo rende il lavoro moto più instabile, ed è molto più difficile farlo regolare.
RETE
Ho provato a fare qualche foto lavorando col Perlè per far vedere l'esecuzione del punto e il modo di tenere il lavoro.
Non so se si capisce bene, ma l'ago viene tenuto tra l'indice e il medio, come si potrebbe tenere una sigaretta. Si mette il pollice alla base dell'ago per rendere più preciso il movimento. All'inizio trovavo questo sistema assurdo, ma lavorandoci un po' ci si rende conto che è ottimale per velocizzare il lavoro. Si inizia lavorando da sinistra a destra, con il filo sotto l'ago, come per un punto festone
Poi si prende il filo che sta vicino alla cruna e si passa intorno all'ago in senso antiorario, cioè sotto l'ago da destra a sinistra, poi sopra da sinistra a destra.
Si tira il filo, tenendolo dritto davanti a sè:
Ho avuto qualche difficoltà a capire come si lavora in senso contrario, cioè da destra a sinistra. Il movimento del filo attorno all'ago è identico, ma all'inizio non ci si posiziona come per il punto festone, il filo si tiene semplicemente sulla destra:
Si tira il filo
Ed ecco il punto:
Come si può vedere, in questa strana rete nei giri di andata i punti hanno tre torsioni, nei giri di ritorno solo due.
Cordoncino di finitura: non è fatto, come immaginavo, con un filo grosso, ma con una mazzetta di fili molto sottili; effettivamente ricoprono in modo più uniforme il cordoncino di base. Vengono fissati solo dal punto di contorno, che di solito è punto festone, ma può anche essere punto festone doppio, eseguito abbastanza rado, molto diverso dagli altri merletti ad ago.
Una delle caratteristiche del Point de Gaze sono gli ornamenti; al corso ci hanno insegnato le coroncine, i pois nella rete e i "boccioli di rosa". Ne parleremo per esteso un'altra volta
domenica 10 aprile 2011
Corso di Point de Gaze: il ritorno
Sono tornata dal corso di Point de Gaze. Esperienza bella, bellissima. Ottima la qualità dell'insegnamento. Non si trattava di un corso per principianti, e l'insegnante, Catherine Barley, era assolutamente all'altezza, con la sua esperienza, ma anche con tanta cordialità e molto charme.
Il corso era organizzato dalla Lace Guild, la sede è stata cambiata rispetto all'inizio delle prenotazioni (ma è rimasta nelle vicinanze). Si trattava di uno spazio a Greenham Park, adibito anche a mostre ed altri eventi.
Oltre al nostro gruppo impegnato nel merletto ad ago, c'erano diversi corsi di tombolo, sempre di livello molto avanzato.
Ecco la sala dei lavori:
E questo il nostro gruppo di merletto ad ago:
In cinque facevamo Point de Gaze, tre merletto ad ago di base (molto belli i disegni) e due stumpwork; l'insegnante era una sola, che riusciva a distribuirsi perfettamente tra le allieve, che seguiva con cura e sollecitudine.
Ecco l mani della maestra al lavoro:
Come si può vedere, lei lavora (e insegna a lavorare) da sinistra a destra, ma con l'ago puntato all'infuori. Nei primi minuti ho pensato che non sari mai riuscita a lavorare in questo modo, poi mi sono abituata, alla fne mi veniva naturale.
Ho imparato moltissimo. Soprattutto mi sono resa conto di quante cose devo ancora imparare, perfezionare con la pratica. Tantissime.
Ecco il lavoro che ho fatto:
Mi resta molto spazio per fare pratica!
Sono particolarmente orgogliosa di questi petalini, che andranno poi cuciti sovrapposti al centro del fiore:
Devo ancora finire il cordonetto intorno, ma il bello sono le dimensioni: la larghezza massima è di due centimetri!
Questo è il campioncino che ho fatto l'ultimo giorno:
Una delle cose più difficili in questo merletto è la rete di fondo, che dev'essere fatta con filo molto sottile, e possibilmente regolare. Per allenarci abbiamo usato questo campioncino; la rete è lavorata in diagonale, partendo dall'angolo in basso a destra. Non si può dire che sia regolarissima, ma mi sembra che non sia tanto male, tutto sommato.
Il corso era organizzato dalla Lace Guild, la sede è stata cambiata rispetto all'inizio delle prenotazioni (ma è rimasta nelle vicinanze). Si trattava di uno spazio a Greenham Park, adibito anche a mostre ed altri eventi.
Oltre al nostro gruppo impegnato nel merletto ad ago, c'erano diversi corsi di tombolo, sempre di livello molto avanzato.
Ecco la sala dei lavori:
E questo il nostro gruppo di merletto ad ago:
In cinque facevamo Point de Gaze, tre merletto ad ago di base (molto belli i disegni) e due stumpwork; l'insegnante era una sola, che riusciva a distribuirsi perfettamente tra le allieve, che seguiva con cura e sollecitudine.
Ecco l mani della maestra al lavoro:
Come si può vedere, lei lavora (e insegna a lavorare) da sinistra a destra, ma con l'ago puntato all'infuori. Nei primi minuti ho pensato che non sari mai riuscita a lavorare in questo modo, poi mi sono abituata, alla fne mi veniva naturale.
Ho imparato moltissimo. Soprattutto mi sono resa conto di quante cose devo ancora imparare, perfezionare con la pratica. Tantissime.
Ecco il lavoro che ho fatto:
Mi resta molto spazio per fare pratica!
Sono particolarmente orgogliosa di questi petalini, che andranno poi cuciti sovrapposti al centro del fiore:
Devo ancora finire il cordonetto intorno, ma il bello sono le dimensioni: la larghezza massima è di due centimetri!
Questo è il campioncino che ho fatto l'ultimo giorno:
Una delle cose più difficili in questo merletto è la rete di fondo, che dev'essere fatta con filo molto sottile, e possibilmente regolare. Per allenarci abbiamo usato questo campioncino; la rete è lavorata in diagonale, partendo dall'angolo in basso a destra. Non si può dire che sia regolarissima, ma mi sembra che non sia tanto male, tutto sommato.
domenica 3 aprile 2011
Point de Gaze: aggiornamenti.
Ci siamo. Sto per partire per Londra, per seguire il corso di Point de Gaze!
Come sempre, ho l'impressione di dover fare ancora tante cose, vorrei aver letto meglio il libro di Catherine Barley per arrivare già preparata, per esempio.
Intanto ho fatto i compiti.
Si trattava di contornare tutto il disegno col doppio filo (come ho spiegato nel tutorial).
La difficoltà stava nel fatto che il disegno è innegabilmente piccolo, e non bisognava tagliare il filo, ma seguire i contorni irregolari con delle andate/ritorni di un unico filo.
Questo è il disegno iniziale, opportunamente ricoperto dall'apposito film adesivo azzurro non lucido. Devo dare atto alle merlettaie inglesi che questo film è veramente ottimo, aderisce benissimo, e fa scorrere bene l'ago.
Ho iniziato dalla parte più facile, la cornice esterna con i festoni
Ed ecco il risultato finale. Ho fotografato le forbici da ricamo per dare un'idea delle dimensioni.
Ora speriamo che almeno il contorno vada bene, e vediamo come fare per riempire questi minuscoli spazi.
Come sempre, ho l'impressione di dover fare ancora tante cose, vorrei aver letto meglio il libro di Catherine Barley per arrivare già preparata, per esempio.
Intanto ho fatto i compiti.
Si trattava di contornare tutto il disegno col doppio filo (come ho spiegato nel tutorial).
La difficoltà stava nel fatto che il disegno è innegabilmente piccolo, e non bisognava tagliare il filo, ma seguire i contorni irregolari con delle andate/ritorni di un unico filo.
Questo è il disegno iniziale, opportunamente ricoperto dall'apposito film adesivo azzurro non lucido. Devo dare atto alle merlettaie inglesi che questo film è veramente ottimo, aderisce benissimo, e fa scorrere bene l'ago.
Ho iniziato dalla parte più facile, la cornice esterna con i festoni
Ed ecco il risultato finale. Ho fotografato le forbici da ricamo per dare un'idea delle dimensioni.
Ora speriamo che almeno il contorno vada bene, e vediamo come fare per riempire questi minuscoli spazi.
lunedì 28 marzo 2011
Premio!
Negli ultimi tempi ho visto in molti blog dei "premi" assegnati da blog amici; spesso sono interessanti, perchè, attraverso le segnalazioni, si scoprono blog sconosciuti, spesso interessanti.
Qualche giorno fa ho avuto la gradta sorpresa di ricevere questo premio da http://italian-needlework.blogspot.com/ , il prestigioso e interessantissimo blog della mia amica Jeanine.
A questo punto dovrei rispondere ad alcune domande e citare a mia volta cinqua blog.
Gorgeous Blogger Award questions:
When did you start your blog?
Ho iniziato questo blog da poco, nel luglio 2010
What do you write about?
Come dice il titolo, scrivo prevalentemente di merletto ad ago, finora ho fatto poche eccezioni.
What makes this special?
Non conosco altri blog in italiano che parlino di merletto ad ago (mi piacerebbe avere molte smentite) e anche in inglese e francese non c'è molto. probabilmente è un argomento che interessa poco.
What made you start writing?
Ho iniziato e continuo a scrivere soprattutto per me. Nel corso degli anni ho letto molto sul merletto ad ago, ho imparato da insegnanti, fatto esperimenti, cercato il modo migliore per fare le cose; questo blog mi serve per organizzare tutte queste idee che finora navigavano senza meta nel mio cervello. Mi piace pensare che altri possano prendere degli spunti per ulterori ricerche, divertirsi a provare a fare merletti, o semplicemente guardare e leggere qualcosa di gradevole
What would you change in your blog?
Vorrei migliorare la qualità delle fotografie, le faccio spesso in fretta, con condizioni di luce non ottimali.
E ora la parte più difficile: a chi passo questo premio?
http://maria-bissacco.blogspot.com/
http://lagriccia.blogspot.com/
http://rossiele.blogspot.com/
http://verom.canalblog.com/
http://www.feelingstitchy.com/
E' stata una scelta durissima, buona parte dei blog citati non sa che esisto, quindi la catena si fermerà, ma sono belli e interessanti, mi sembrava giusto farli conoscere
Qualche giorno fa ho avuto la gradta sorpresa di ricevere questo premio da http://italian-needlework.blogspot.com/ , il prestigioso e interessantissimo blog della mia amica Jeanine.
A questo punto dovrei rispondere ad alcune domande e citare a mia volta cinqua blog.
Gorgeous Blogger Award questions:
When did you start your blog?
Ho iniziato questo blog da poco, nel luglio 2010
What do you write about?
Come dice il titolo, scrivo prevalentemente di merletto ad ago, finora ho fatto poche eccezioni.
What makes this special?
Non conosco altri blog in italiano che parlino di merletto ad ago (mi piacerebbe avere molte smentite) e anche in inglese e francese non c'è molto. probabilmente è un argomento che interessa poco.
What made you start writing?
Ho iniziato e continuo a scrivere soprattutto per me. Nel corso degli anni ho letto molto sul merletto ad ago, ho imparato da insegnanti, fatto esperimenti, cercato il modo migliore per fare le cose; questo blog mi serve per organizzare tutte queste idee che finora navigavano senza meta nel mio cervello. Mi piace pensare che altri possano prendere degli spunti per ulterori ricerche, divertirsi a provare a fare merletti, o semplicemente guardare e leggere qualcosa di gradevole
What would you change in your blog?
Vorrei migliorare la qualità delle fotografie, le faccio spesso in fretta, con condizioni di luce non ottimali.
E ora la parte più difficile: a chi passo questo premio?
http://maria-bissacco.blogspot.com/
http://lagriccia.blogspot.com/
http://rossiele.blogspot.com/
http://verom.canalblog.com/
http://www.feelingstitchy.com/
E' stata una scelta durissima, buona parte dei blog citati non sa che esisto, quindi la catena si fermerà, ma sono belli e interessanti, mi sembrava giusto farli conoscere
lunedì 14 marzo 2011
Point de Gaze
All'inizio di aprile andrò in Inghilterra, a Newbury, vicino a Londra, per seguire un corso di Point de Gaze, tenuto da Catherine Barley.
Mi rendo conto che si tratta di una pazzia: non potrò chiacchierare con le altre allieve perchè capirò poco la loro lingua, e temo di non essere a un livello adeguato per fare bene questo merletto così raffinato.
Questa mia convinzione si è rafforzata quando ho visto le dimensioni del lavoro che dovremmo fare in tre giorni: 7 cm X 4 (più festoni di finitura). Dentro c'è una rosa, con foglie e decorazioni varie. Mi chiedo se riuscirò almeno a vedere i fili.
Per il momento devo tracciare i contorni, in modo da avere la base già pronta all'arrivo. Io ci provo, pubblicherò gli aggiornamenti sulla progressione del lavoro
Ma cos'è questo Point de Gaze? Per avere un'idea della versione moderna, vi rimando QUI, al post su Catherine Barley, appunto.
Questo tipo di merleto è tipico delle Fiandre, nasce a Bruxelles, poi si espande nelle città vicine, in particolare a Gand (Gent). Si inizia a produrre dopo la Rivoluzione Francese, sull'esempio dei merletti di Alençon e Argentan, dapprima con fondo a barrette (brides), poi su fondo tutto lavorato con filo molto sottile, tipo tulle (Gaze).
Ecco nato il point de Gaze, che poi evolve in modo autonomo assumendo le caratteristiche che lo contraddistinguono.
I disegni sono floreali, molte rose, peonie, altri fiori, solo in parte stilizzati, spesso accompagnati da farfalle, e ramages vari, il tutto legato da una retina molto sottile, eseguita in giri di andata e ritorno in punto festone ritorto.
Molto spesso le ali delle farfalle o alcuni petali dei fiori sono in rilievo, lavorati a parte ed applicati al merletto in un secondo tempo; questi elementi in rilievo sono peculiari del Point de Gaze.
Altre caratteristiche tecniche sono:
- all'interno dei fiori, ci sono parti molto traforate, eseguite con la stessa tecnica della rete di fondo, ma con filo più grande
- disegni ornamentali soprattutto all'interno dei fiori (cerchi, roselline, linee continue) che sono in parte derivati dalle "modes" dei merletti francesi
- il contorno, che si chiama "Cordonnet" è fatto con un filo decisamente più grosso, che viene ricoperto solo parzialmente a punto festone, con punti distanziati, che servono solo per tenerlo a posto.
In un periodo successivo, per velocizzare il lavoro, solo gli elementi decorative venivano eseguiti ad ago, erano applicati su un fondo fatto a fuselli (più rapido) o addirittura su un tulle meccanico.
Ecco un esempio di decorazione eseguita per un ventaglio prima dell'applicazione sul fondo:
Mi pare, tra l'altro, che il contorno esterno sia eseguito a tombolo, se vedo bene.
Mi rendo conto che si tratta di una pazzia: non potrò chiacchierare con le altre allieve perchè capirò poco la loro lingua, e temo di non essere a un livello adeguato per fare bene questo merletto così raffinato.
Questa mia convinzione si è rafforzata quando ho visto le dimensioni del lavoro che dovremmo fare in tre giorni: 7 cm X 4 (più festoni di finitura). Dentro c'è una rosa, con foglie e decorazioni varie. Mi chiedo se riuscirò almeno a vedere i fili.
Per il momento devo tracciare i contorni, in modo da avere la base già pronta all'arrivo. Io ci provo, pubblicherò gli aggiornamenti sulla progressione del lavoro
Ma cos'è questo Point de Gaze? Per avere un'idea della versione moderna, vi rimando QUI, al post su Catherine Barley, appunto.
Questo tipo di merleto è tipico delle Fiandre, nasce a Bruxelles, poi si espande nelle città vicine, in particolare a Gand (Gent). Si inizia a produrre dopo la Rivoluzione Francese, sull'esempio dei merletti di Alençon e Argentan, dapprima con fondo a barrette (brides), poi su fondo tutto lavorato con filo molto sottile, tipo tulle (Gaze).
Ecco nato il point de Gaze, che poi evolve in modo autonomo assumendo le caratteristiche che lo contraddistinguono.
I disegni sono floreali, molte rose, peonie, altri fiori, solo in parte stilizzati, spesso accompagnati da farfalle, e ramages vari, il tutto legato da una retina molto sottile, eseguita in giri di andata e ritorno in punto festone ritorto.
![]() |
Quello che io chiamo punto festone ritorto |
Molto spesso le ali delle farfalle o alcuni petali dei fiori sono in rilievo, lavorati a parte ed applicati al merletto in un secondo tempo; questi elementi in rilievo sono peculiari del Point de Gaze.
Altre caratteristiche tecniche sono:
- all'interno dei fiori, ci sono parti molto traforate, eseguite con la stessa tecnica della rete di fondo, ma con filo più grande
- disegni ornamentali soprattutto all'interno dei fiori (cerchi, roselline, linee continue) che sono in parte derivati dalle "modes" dei merletti francesi
- il contorno, che si chiama "Cordonnet" è fatto con un filo decisamente più grosso, che viene ricoperto solo parzialmente a punto festone, con punti distanziati, che servono solo per tenerlo a posto.
In un periodo successivo, per velocizzare il lavoro, solo gli elementi decorative venivano eseguiti ad ago, erano applicati su un fondo fatto a fuselli (più rapido) o addirittura su un tulle meccanico.
Ecco un esempio di decorazione eseguita per un ventaglio prima dell'applicazione sul fondo:
Mi pare, tra l'altro, che il contorno esterno sia eseguito a tombolo, se vedo bene.
lunedì 7 marzo 2011
Ciabattine marocchine
Dal Marocco mi hanno portato un paio di ciabatte, queste:
Niente di eccezionale, non mi sembrano neppure le famose babouches tipiche, forse sono addirittura fabbricate in Cina, chissà.
Carine, però, e comode.
Sembra che non c'entrino per niente col merletto, vero?
Invece c'è un nesso: i motivi circolari sono lavorati in rafia con una tecnica che potrebbe ricordare (da lontano!) l'Hedebo.
Come si può vedere dalla foto, il buco tondo intagliato nel cuoio è dapprima bordato con punti festone lavorati in gruppi di tre, poi sono lavorati due giri sempre a punto festone incorporando un filato più grande, infine la parte centrale è riempita con punti festone doppi (eseguiti ripassando una volta nell'anello del punto festone, prima di tirare il filo). Non so come si chiami tecnicamente questo punto, ma è quello che nel merletto veneziano si chiama Sacolà.
Mi piace molto l'idea di questo punto traforato in versione colorata e tecnicamente nuova per me, così ho provato a riprodurlo sul lino.
Ho tracciato un cerchio e l'ho tagliato a spicchi.
Qui ho fatto unerrore, avrei dovuto, prima di tagliare, fare un'imbastitura lungo la circonferenza, ma l'ho dimenticato e l'ho fatta dopo.
Ho bordato il cerchio con punti festone lavorati a gruppi, ripiegando gli spicchi del tessuto centrale sul rovescio, poi ho fatto un primo giro di punto festone, imbottito con un grosso filo di cotone. Per mantenere la forma del cerchio ho dovuto saltare ogni tanto un punto, come se lavorassi all'uncinetto.
Sono andata avanti con un secondo giro imbottito con filo grosso, cambiando colore.
Infine ho cominciato i cerchi con il punto festone avvolto, e questi li ho sempre eseguiti a punti alterni, in modo da mantenere il lavoro piatto.
Alla fine ho fissato il filo sul rovescio con un punto festone, l'ho passato dentro a qualche punto e l'ho tagliato.
Ecco l'effetto finale:
Nonostante le numerose imperfezioni tecniche mi sembra abbastanza carino, potrebbe essere un'idea buona per decorare una tendina, per esempio. Tra l'altro si tratta di un lavoro abbastanza rapido.
Niente di eccezionale, non mi sembrano neppure le famose babouches tipiche, forse sono addirittura fabbricate in Cina, chissà.
Carine, però, e comode.
Sembra che non c'entrino per niente col merletto, vero?
Invece c'è un nesso: i motivi circolari sono lavorati in rafia con una tecnica che potrebbe ricordare (da lontano!) l'Hedebo.
Come si può vedere dalla foto, il buco tondo intagliato nel cuoio è dapprima bordato con punti festone lavorati in gruppi di tre, poi sono lavorati due giri sempre a punto festone incorporando un filato più grande, infine la parte centrale è riempita con punti festone doppi (eseguiti ripassando una volta nell'anello del punto festone, prima di tirare il filo). Non so come si chiami tecnicamente questo punto, ma è quello che nel merletto veneziano si chiama Sacolà.
Mi piace molto l'idea di questo punto traforato in versione colorata e tecnicamente nuova per me, così ho provato a riprodurlo sul lino.
Ho tracciato un cerchio e l'ho tagliato a spicchi.
Qui ho fatto unerrore, avrei dovuto, prima di tagliare, fare un'imbastitura lungo la circonferenza, ma l'ho dimenticato e l'ho fatta dopo.
Ho bordato il cerchio con punti festone lavorati a gruppi, ripiegando gli spicchi del tessuto centrale sul rovescio, poi ho fatto un primo giro di punto festone, imbottito con un grosso filo di cotone. Per mantenere la forma del cerchio ho dovuto saltare ogni tanto un punto, come se lavorassi all'uncinetto.
Sono andata avanti con un secondo giro imbottito con filo grosso, cambiando colore.
Infine ho cominciato i cerchi con il punto festone avvolto, e questi li ho sempre eseguiti a punti alterni, in modo da mantenere il lavoro piatto.
Alla fine ho fissato il filo sul rovescio con un punto festone, l'ho passato dentro a qualche punto e l'ho tagliato.
Ecco l'effetto finale:
Nonostante le numerose imperfezioni tecniche mi sembra abbastanza carino, potrebbe essere un'idea buona per decorare una tendina, per esempio. Tra l'altro si tratta di un lavoro abbastanza rapido.
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