lunedì 23 maggio 2011

Parma, seconda puntata

Come promesso, ecco il seguito dell'avventura parmense.
Oltre ai grandi stand dedicati alle esposizioni delle varie regioni, secondo me erano di molto interessanti i piccoli stand relegati in fondo al salone, quelli che Stefania chiamava "i confessionali". Purtroppo non ho fatto dele foto, ma ho trovato tecniche a me sconosciute, come il macramè chiamato Margarethe (mi pare!), il chiacchierino ad ago con una signora molto simpatica e disponibile che insegnava in qualunque momento come districarsi con il lungo ago, lo sfilato di Deruta (ne parla Jeanine in un post recente), il magnifico punto raso di Anna Vigo, per fare solo qualche esempio.

E per riempire ulteriormente due giorni già pieni di cose da vedere ho seguito anche due atelier.
Venerdì pomeriggio mi sono dedicata al Puncetto. Non era previsto, l'atelier doveva svolgersi solo al mattino, ma la signora mi ha vista molto interessata così, insieme ad altre allieve imrovvisate, ho passato due ore intensive e molto formative.



L'insegnante era organizzatissima e si vedeva che aveva esperienza perchè anticipava le nostre domande. Abbiamo cominciato lavorando i punti di base su un rettangolino di stoffa,


 poi, una volta capito il meccanismo, abbiamo provato a fare una puntina a un pezzo di stoffa rotondo, con l'orlo già imbastito:



E' riuscita anche ad insegnarci come fare la cimossa per iniziare senza la stoffa.
Per finire ci ha consegnato una mini-dispensa e il mateiale che avevamo usato, oltre alla sua mail per eventuali informazioni.
Non potevamo chiedere di più!

Il giorno successivo, invece, avevo prenotato l'atelier di Ars Panicalensis ( da Paola Matteucci), tecnica che ammiro molto per la bellezza dei lavori tradizionali e la capacità di evolvere verso motivi più moderni, utilizzando anche tulle e fili tinti su misura.





Anche qui grande organizzazione e ottimo materiale. L'obiettivo era di fare un quadratino da usare come copertina per un needlecase. Naturalmente abbiamo solo imparato l'essenziale, per riuscire a portare a termine il lavoro in modo autonomo. Paola Matteucci è davvero bravissima ad insegnare, riesce a semplificare il lavoro per l'atelier, facendo però vedere gli aspetti che sarebbero da approfondire in un corso più prolungato.
Devo dire che ho trovato questa tecnica abbastanza difficile; si inizia imbastendo con grande cura il tulle al disegno e a due strati di carta sottostante. Si riempie quindi il disegno con punti filza distanziati in modo vario, che formano i motivi, ma è difficile mantenere la giusta tensione, e anche riempire il disegno fino al margine, senza oltrepassarlo. Sembra di essere tornati bambini, quando ci insegnavano a colorare.
La leggerezza di quelto ricamo è anche data dai contorni poco marcati, che rendono indispensabile una grande cura nel riempimento, che si acquista credo dopo parecchia pratica.



Questo è il risultato delle mie due ore di lavoro, come si vede avrei grande bisogno di seguire un corso di approfondimento! Però l'insegnante ha fatto miracoli.

E poi...... mi verranno in mente mille altre cose da raccontare, ne parlerò quando se ne presenterà l'occasione.