domenica 24 maggio 2015

Evoluzione dei consumi hobbistici


Alcuni giorni fa è comparso su "Repubblica" un articolo che presentava il nuovo rapporto CENSIS sui consumi degli Italiani dal 1985 al 2015, suddiviso in periodi di 5 anni.

Ho pensato che, come per i consumi generali, si può cercare, attingendo dalla memoria e dall’esperienza personale, di tracciare una storia parallela anche dei consumi riguardanti gli hobby del tessile e affini.

Gli anni '85-'90 sono definiti dal rapporto Censis "gli anni del pieno consumo", forse si compravano molti oggetti vari, e si tendeva di meno a lavorare per crearseli e produrli, perché io li ricordo come anni in cui era difficile reperire qualunque cosa riguardasse il ricamo. Nelle mercerie c'erano dei residui di quadri a mezzo punto da ricamare con il cotone lanato e poco altro. Si trovavano facilmente i tradizionali negozi di filati per lavoro a maglia e uncinetto, dove si vendeva lana e cotone, anche sottile per merletti all'uncinetto.

All'epoca io lavoravo poco, facevo pizzi all'uncinetto e forse qualche maglia.

Tra l'85 e il '90 si è cominciato a fare punto croce, sono comparsi i primi schemi, era più facile reperire tela Aida, qualche ricamabile, come asciugamani e bavaglini con tela per punto croce, filati di base come Moulinè.

 
Gli anni tra il '90 e il '95 sono definiti come anni di consumi più cauti, forse per questo si cominciato a trovare il tempo per riscoprire il piacere di produrre degli oggetti con le proprie mani.
Nel '90 ho ricamato i miei primi kit danesi a punto croce su lino, con schemi di Gerda Bengtsson e da allora si è notata una lenta, progressiva riscoperta dei lavori manuali. Sono nati negozi e riviste specializzati in ricamo, soprattutto a punto croce, ma era sempre difficile trovare materiale per il ricamo classico.
 
 
Il quinquennio ’95-2000 è definito nel rapporto Censis di "ottimismo temperato", con aumento delle spese per viaggi e cultura.
 
Per quel che riguarda le nostre esigenze, forse in parallelo con l’aumento dei consumi per viaggi e cultura, si è assistito ad una veloce espansione dell’offerta di filati, tessuti, libri e riviste. In quegli anni abbiamo cominciato ad usare Internet e ci si è aperto il vasto mondo del tessile. All’estero esistevano già dei forum tematici, che proponevano tecniche, materiali e disegni nuovi. Era molto in voga il punto croce, ma la grande novità è stata la nascita e l’espansione delle scuole di ricamo classico. Conosciute attraverso riviste e internet, permettevano a tutti di scoprire ed imparare molte tecniche, non restando confinati in ambito locale.
 
 
Anni 2000-2007: definiti dal Censis "vivere altrimenti": crescita economica bassa, consumi fermi.
 
Nell’ambito dei lavori manuali i primi anni del nuovo secolo sono stati caratterizzati ancora dalla forte espansione dei consumi, con richieste di materiali sempre più sofisticati e particolari. Il punto croce si lavorava con rovescio perfetto, preferibilmente su lino sottile, con filati di seta altrettanto fini. A fianco dei prodotti di moderne designer si riscoprivano e valorizzavano disegni antichi, con pubblicazione di molte raccolte, per esempio delle lettere Sajou. Procedendo nel tempo l’interesse per il ricamo a punto croce è andato riducendosi, a favore di tecniche più varie, che lasciavano più spazio alla fantasia e abilità della singola ricamatrice.
 
 
Non possiamo dimenticare la nascita anche in Italia delle mailing list dei gruppi yahoo e successivamente dei forum tematici, che hanno permesso di socializzare, fare nuove amicizie che in qualche caso hanno resistito al passare degli anni; indimenticabili discussioni su tecniche e materiali e ricerca di condivisione.
In questi anni sono nate manifestazioni come Italiainvita, nel 2003, e altre fiere di settore, l’offerta di prodotti sia in negozio reale che virtuale è diventata infinita, le competenze in ambito tecnico hanno raggiunto livelli molto alti e, grazie a ricercatrici illuminate, è stato possibile riscoprire la ricca e affascinante storia delle tecniche di ricamo e merletto.
 
 
Anni 2007-2015: il CENSIS li definisce gli anni del taglio dei consumi.
 
Nel nostro ambito si è assistito ad una metamorfosi simile a quella di dieci anni prima. Sicuramente i consumi si sono ridotti per problemi economici, ma si è anche spostata progressivamente l’attenzione dal ricamo alla maglia e uncinetto.
 
 
Negli ultimi tempi mi sembra di notare un crescente interesse per il cucito, utilizzato per creare oggetti per la casa o semplici capi d'abbigliamento.
 
 
Forse è semplicistico affermare che, con la crisi economica, si sono privilegiate le attività che permettono produrre più oggetti utili che oggetti puramente decorativi, ma mi pare che ci sia un fondo di verità. Molte mercerie sono state chiuse, altre convertite in negozi di filati. Anche nelle fiere lo spazio dedicato al ricamo è passato in buona parte alla maglia, con atelier e corsi connessi, offerta di prodotti sempre più ampia e di alta qualità.
La socializzazione ha preso nuove forme, i blog, ora un po’ in declino, hanno conosciuto una fase di grande espansione proprio tra il 2005 e il 2009, permettendo a molte di esprimersi e mostrare le proprie competenze. La socializzazione "allargata" delle mailing list e forum è stata progressivamente sostituita da Facebook, che parte dal singolo per raggiungere gli amici, più o meno stretti.
 
Questa carrellata, molto soggettiva, non ci permette di trarre la conclusione che i consumi nel campo hobbistico si siano evoluti in parallelo con quelli generali, sembra però di capire che non sono legati tanto all’entità del consumo quanto alla qualità, conoscendo la massima espansione quando si sono privilegiati i consumi culturali.
 
Lascio volentieri la parola ai commenti, mi piacerebbe conoscere altre opinioni